Sicurezza nei luoghi di lavoro: una scelta e non un caso. Per garantirla si richiede esperienza, competenza e conoscenza sulle normative vigenti.
Il Decreto 626/1994 ha avuto un ruolo storico nella trasformazione della cultura della sicurezza sul lavoro in Italia. La sua eredità è evidente nel successivo D.Lgs. 81/2008, che ha raccolto e perfezionato i principi introdotti dalla 626, creando un quadro normativo più strutturato e completo.
Ancora oggi, la 626 è ricordata come un punto di svolta per il miglioramento delle condizioni di lavoro e la protezione dei lavoratori in Italia.
Il Decreto Legislativo 626/1994 ha introdotto importanti innovazioni, molte delle quali rimangono ancora oggi centrali nella gestione della sicurezza sul lavoro. Questa norma rappresenta il recepimento di diverse direttive europee. Negli anni ’90, con l’ingresso dell’Italia nella Comunità Europea (poi Unione Europea), si è resa necessaria l’armonizzazione delle normative nazionali con gli standard comunitari, per garantire regole comuni su aspetti fondamentali, tra cui la salute e sicurezza sul lavoro.
Il Decreto 626 è stato dunque il risultato di questo processo di uniformazione, portando l’Italia al livello degli altri Stati membri in termini di tutela dei lavoratori.
I due aspetti principali introdotti dalla normativa
- la figura del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP):una delle novità più significative del Decreto 626 è stata l’introduzione dell’RSPP, una figura obbligatoria in ogni azienda. Questo ruolo è stato pensato per supportare il datore di lavoro nella gestione della sicurezza sul lavoro, in particolare:
- Valutando i rischi presenti nell’ambiente di lavoro.
- Identificando le misure di prevenzione e protezione più idonee per ridurli.
In alcune piccole aziende, il ruolo di RSPP può essere svolto direttamente dal datore di lavoro. Tuttavia, in realtà più complesse o di dimensioni maggiori, è necessario nominare un RSPP che sia un dipendente o un consulente esterno.
- il concetto di valutazione dei rischi:l’altra innovazione cruciale è stata l’introduzione del principio di valutazione dei rischi, che pone il datore di lavoro al centro del processo. Non è più il legislatore a stabilire nel dettaglio le misure di prevenzione attraverso norme rigide, ma il datore di lavoro deve analizzare autonomamente i rischi specifici della propria attività, individuando le azioni più appropriate per garantire la sicurezza dei lavoratori.
Questo cambiamento ha rappresentato una vera rivoluzione, spostando l’approccio da uno schema prescrittivo a un sistema basato sulla responsabilità e sull’analisi contestuale.
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