Lo sai che il datore di lavoro ha l'obbligo di impedire un infortunio e se non adotta le necessarie misure di sicurezza, la sua omissione di azione equivale a causare l'evento stesso?

Il lavoratore, per legge, deve essere interamente indennizzato dei danni subiti a causa del lavoro. La gestione della pratica è affidata all'INAIL.

Se viene riconosciuta la responsabilità civile del datore di lavoro, questi è obbligato a risarcire il lavoratore a seguito di un infortunio. 

Oltre agli aspetti di risarcimento di natura civile, si aggiungono quelli penali nei confronti dei soggetti considerati responsabili.

È importante ricordare l'articolo 27 della Costituzione italiana, che afferma che la responsabilità penale è personale. 

Pertanto, non è possibile condannare un soggetto diverso da colui che ha effettivamente commesso il reato. 

Al contrario, nella responsabilità civile, è possibile che a pagare sia un soggetto terzo. Questo spiega l'esistenza delle assicurazioni: se un datore di lavoro viene condannato a risarcire un lavoratore, ma ha stipulato un'assicurazione, sarà l'ente assicurativo a provvedere al risarcimento.

Uno degli articoli fondamentali del codice penale, spesso richiamato in caso di infortuni sul lavoro, è l'articolo 40, comma secondo, che afferma: "Non impedire un evento equivale a cagionarlo." 

Questo significa che, se un datore di lavoro ha l'obbligo di impedire un infortunio e non adotta le necessarie misure di sicurezza, la sua omissione di azione equivale a causare l'evento stesso.

Di conseguenza, un datore di lavoro può essere chiamato a rispondere di lesioni colpose o omicidio colposo per non aver impedito un evento di cui aveva l'obbligo di evitare. 

Questo principio, sancito dall'articolo 40, comma secondo, è frequentemente citato nelle sentenze dai giudici per confermare le condanne nei confronti dei datori di lavoro.

È importante notare che non sono solo i datori di lavoro a poter essere ritenuti responsabili in materia di salute e sicurezza. 

Anche i dirigenti e i preposti hanno obblighi di prevenzione. 

Questi soggetti, in quanto garanti della sicurezza, devono evitare che si verifichino eventi dannosi nell'ambito delle loro competenze. 

Se non lo fanno, possono anch'essi essere chiamati a rispondere di omicidio colposo o lesioni colpose, in base all'articolo 40, comma secondo, del codice penale.

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